Difference between revisions of "CIL 10, 07852 (Q11666)"
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(Created claim: EDR identifier (P38): EDR144719) |
(Created claim: Translation IT (P13): Il 13 marzo il proconsole L. Elvio Agrippa, esaminata e istruita la causa, pronunziò la seguente sentenza. Essendo di pubblica utilità attenersi ai giudicati, viste le pronunzie più volte emesse da...) |
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+ | Il 13 marzo il proconsole L. Elvio Agrippa, esaminata e istruita la causa, pronunziò la seguente sentenza. Essendo di pubblica utilità attenersi ai giudicati, viste le pronunzie più volte emesse da M. Giovenzio Rixa, uomo di provate qualità e procuratore imperiale, circa la causa dei Patulcensi, secondo le quali devono essere rispettati i confini stabiliti da M. Metello come delimitati in una tavola di bronzo; ritenuto che ultimamente lo stesso Riva ha ammonito di voler condannare i Galillensi che, non obbedendo alla ingiunzione da lui emessa, volevano riproporre la lite, ma ha receduto da tale proposito per rispetto alla clemenza del nostro Principe Ottimo e Massimo, limitandosi ad invitarli alla calma, ad ottemperare al giudicato, lasciando liberi i territori dei Patulcensi, senza turbarne il possesso, entro il primo di ottobre, poichè in mancanza, se recidivi, li avrebbe severamente puniti e condannati come rivoltosi; ritenuto che in seguito esaminò la causa il clarissimo Cecilio Semplice, adíto dagli stessi Galillensi che intendevano produrre come prova una tavola depositata presso l'archivio imperiale, il quale reputò umano concedere un rinvio per la produzione delle prove e stabilì un termine di tre mesi, decorsi i quali, se non avessero depositato quanto annunziato, si sarebbe servito della copia che si trovava nella provincia; io pure, ardito dai Galillensi che si giustificavano col fatto che non fosse pervenuta la copia, ho prorogato il termine fino al primo febbraio ultimo scorso, ma, ritenuto altresì che un fallimento della lite giova solo ai Galillensi, ordino che essi rilascino ai Patulcensi Campani, entro il primo aprile, il territorio che essi avevano occupato con la violenza. Ed abbiano per certo che, non obbedendo alla mia ingiunzione, li riterrò colpevoli di ribellione recidiva ed incorreranno in quella pena già più volte minacciata. | ||
Property / Translation IT: Il 13 marzo il proconsole L. Elvio Agrippa, esaminata e istruita la causa, pronunziò la seguente sentenza. Essendo di pubblica utilità attenersi ai giudicati, viste le pronunzie più volte emesse da M. Giovenzio Rixa, uomo di provate qualità e procuratore imperiale, circa la causa dei Patulcensi, secondo le quali devono essere rispettati i confini stabiliti da M. Metello come delimitati in una tavola di bronzo; ritenuto che ultimamente lo stesso Riva ha ammonito di voler condannare i Galillensi che, non obbedendo alla ingiunzione da lui emessa, volevano riproporre la lite, ma ha receduto da tale proposito per rispetto alla clemenza del nostro Principe Ottimo e Massimo, limitandosi ad invitarli alla calma, ad ottemperare al giudicato, lasciando liberi i territori dei Patulcensi, senza turbarne il possesso, entro il primo di ottobre, poichè in mancanza, se recidivi, li avrebbe severamente puniti e condannati come rivoltosi; ritenuto che in seguito esaminò la causa il clarissimo Cecilio Semplice, adíto dagli stessi Galillensi che intendevano produrre come prova una tavola depositata presso l'archivio imperiale, il quale reputò umano concedere un rinvio per la produzione delle prove e stabilì un termine di tre mesi, decorsi i quali, se non avessero depositato quanto annunziato, si sarebbe servito della copia che si trovava nella provincia; io pure, ardito dai Galillensi che si giustificavano col fatto che non fosse pervenuta la copia, ho prorogato il termine fino al primo febbraio ultimo scorso, ma, ritenuto altresì che un fallimento della lite giova solo ai Galillensi, ordino che essi rilascino ai Patulcensi Campani, entro il primo aprile, il territorio che essi avevano occupato con la violenza. Ed abbiano per certo che, non obbedendo alla mia ingiunzione, li riterrò colpevoli di ribellione recidiva ed incorreranno in quella pena già più volte minacciata. / rank | |||
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Revision as of 11:23, 18 March 2016
Decree of L. Helvius Agrippa
Language | Label | Description | Also known as |
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English |
CIL 10, 07852
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Decree of L. Helvius Agrippa
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Statements
EDR144719
0 references
Il 13 marzo il proconsole L. Elvio Agrippa, esaminata e istruita la causa, pronunziò la seguente sentenza. Essendo di pubblica utilità attenersi ai giudicati, viste le pronunzie più volte emesse da M. Giovenzio Rixa, uomo di provate qualità e procuratore imperiale, circa la causa dei Patulcensi, secondo le quali devono essere rispettati i confini stabiliti da M. Metello come delimitati in una tavola di bronzo; ritenuto che ultimamente lo stesso Riva ha ammonito di voler condannare i Galillensi che, non obbedendo alla ingiunzione da lui emessa, volevano riproporre la lite, ma ha receduto da tale proposito per rispetto alla clemenza del nostro Principe Ottimo e Massimo, limitandosi ad invitarli alla calma, ad ottemperare al giudicato, lasciando liberi i territori dei Patulcensi, senza turbarne il possesso, entro il primo di ottobre, poichè in mancanza, se recidivi, li avrebbe severamente puniti e condannati come rivoltosi; ritenuto che in seguito esaminò la causa il clarissimo Cecilio Semplice, adíto dagli stessi Galillensi che intendevano produrre come prova una tavola depositata presso l'archivio imperiale, il quale reputò umano concedere un rinvio per la produzione delle prove e stabilì un termine di tre mesi, decorsi i quali, se non avessero depositato quanto annunziato, si sarebbe servito della copia che si trovava nella provincia; io pure, ardito dai Galillensi che si giustificavano col fatto che non fosse pervenuta la copia, ho prorogato il termine fino al primo febbraio ultimo scorso, ma, ritenuto altresì che un fallimento della lite giova solo ai Galillensi, ordino che essi rilascino ai Patulcensi Campani, entro il primo aprile, il territorio che essi avevano occupato con la violenza. Ed abbiano per certo che, non obbedendo alla mia ingiunzione, li riterrò colpevoli di ribellione recidiva ed incorreranno in quella pena già più volte minacciata.
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