CIL 06, 20905, cfr. p. 3526; CLE 0095 (Q10111)

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Funerary altar of Iunia Procula
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CIL 06, 20905, cfr. p. 3526; CLE 0095
Funerary altar of Iunia Procula

    Statements

    AGLI DEI MANI DI GIUNIA PROCULA FIGLIA DI MARCO CHE VISSE 8 ANNI, 11 MESI E 5 GIORNI LASCIANDO NEL LUTTO GLI SVENTURATI GENITORI. MARCO GIUNIO EUFROSINO POSE PER SE' E... LASCIA CHE LE OSSA DEI GENITORI E DELLA FIGLIA RIPOSINO INSIEME. QUELLO CHE HAI FATTO A NOI SARA' FATTO ANCHE A TE, CREDIMI, E PAGHERAI DI PERSONA. Quanto è qui scritto serva a perenne infamia della liberta Atte, perfida avvelenatrice subdola e senza cuore. Chiodi e funi le leghino il collo, pece bollente le bruci il petto malvagio. Gratis fu fatta liberta e se ne andò con l'amante; raggirò il padrone; mentre giaceva in letto, gli portò via l'ancella e lo schiavetto che l'assistevano, sì da indurre alla disperazione quel povero vecchio che rimase solo e abbandonato, dopo essere stato derubato. Lo stesso scritto vale per Imno e Zosimo che l'hanno seguita.
    Lidia Storoni Mazzolani
    1991
    Milano
    Iscrizioni funerarie romane
    203
    Agli Dei Mani. A Giunia Procula, figlia di Marco, che visse 8 anni, 11 mesi e 5 giorni, e ha lasciato nel lutto gli sventurati padre e madre. Marco Giunio Eufrosino fece per sé e per [...]. Lascia che le ossa dei genitori e della figlia riposino insieme. Quello che tu hai fatto a noi spera sia fatto anche a te. Credimi, tu sarai testimone per se stesso. Quanto è qui scritto sia di marchio perenne d'infamia per la liberta Acte, perfida avvelenatrice subdola e senza cuore. Chiodi e funi di sparto le leghino il collo e pece bollente bruci il suo petto malvagio. Ottenne la libertà senza pagare e se ne andò con l'amante; raggirò il patrono e mentre giaceva nel letto gli portò via l'ancella e il giovane che l'assistevano, così da indurre alla disperazione quel povero vecchio, che rimase solo e abbandonato, dopo essere stato defraudato. Questo stesso marchio d'infamia valga anche per Imno e per coloro che hanno seguito Zosimo.
    Maria Grazia Granino Cecere
    Due mogli esemplari tra abnegazione e tradimento
    Forma Urbis
    2015
    28
    Aquí están grabados para siempre estos signos infamantes de la liberta Acta, venenosa, pérfida, embustera y dura de corazón: un clavo y una cuerda de esparto que apriete su cuello, y una antorcha candente que haga arder su malvado corazón. Tras haber sido puesta en libertad desinteresadamente, corrió detrás de su amante y embaucó al patrón, apartándose él, cuando yacía enfermo en el lecho, a sus siervos, a su esclava y a su hijo, de tal modo que el viejo, desposeído, solo y abandonado, perdiera sus fuerzas. Sirvan estos mismos signos infamantes para Himno [y] para los que han seguido a Zósimo.
    Concepción Fernández Martínez
    Poesía epigráfica latina
    I
    123
    1998-99