CIL 03, 00352 (Q11679)

Salve, nostro carissimo Ablabio. Gli abitanti di Orcisto, che è ormai oppidum e città, hanno offerto alla nostra generosità materia apprezzabile, o caro e apprezzatissimo Ablabio. E in effetti a coloro che come noi si impegnano a fondare nuove città o a migliorare città antiche o a restaurare città sul punto di morire, ciò che essi i cittadini di Orcisto richiedevano è risultato gradito. Essi hanno infatti asserito che il loro vicus aveva goduto per un periodo nel passato dello splendore di un oppidum in modo tale che essi si ornavano dei fasci annuali dei magistrati, avevano una quantità di curiali ed erano pieni di un popolo di cittadini. Inoltre, grazie alla sua natura e conformazione, il sito si rivela vantaggioso, poichè, provenendo da quattro direzioni diverse, vi si ricongiungono quattro strade per le quali una stazione di posta è, secondo quel che si dice, utile e adeguata a tutte le pubbliche esigenze; il sito presenta una grande abbondanza di acqua che vi affluisce, così come bagni pubblici e privati, un foro adorno delle statue degli antichi principi, una popolazione così numerosa di abitanti che i posti a sedere che ivi si trovano vengono facilmente occupati e, inoltre, grazie all'inclinazione delle acque che vi confluiscono, una grande quantità di mulini ad acqua (...). Dunque, dal momento che essi hanno pregato la clemenza nostra di concedere loro l'antico diritto e il nome di città, noi, come attesta la copia qui allegata della nostra nota, accompagnata dalla richiesta, abbiamo preso la decisione che segue: infatti quel che hanno richieso nella loro istanza, il ristabilimento del nome e della dignità di città, a buon diritto hanno cercato di ottenerlo (...).